La diffamazione è uno dei reati più frequenti in Italia, soprattutto con l’esplosione dei social network. Un commento su Facebook, un post su Instagram, una recensione negativa scritta in modo offensivo possono trasformarsi in un procedimento penale.
Molte persone si chiedono: “Posso fare una denuncia per diffamazione senza prove?”, “Cosa rischio se ricevo una denuncia per diffamazione?” oppure “Quanto costa denunciare qualcuno per diffamazione?”.
In questa guida completa rispondiamo a tutte queste domande, analizzando come funziona la denuncia, cosa comporta, i tempi e le possibili difese.
Diffamazione: significato e quando scatta il reato
La diffamazione è prevista dall’articolo 595 del Codice Penale. Si verifica quando qualcuno, comunicando con più persone, offende la reputazione di un altro.
Tre elementi fondamentali:
- deve esserci un’offesa alla reputazione, cioè alla considerazione sociale di una persona;
- l’offesa deve essere comunicata a più persone (almeno due testimoni);
- l’autore deve essere consapevole di danneggiare l’altrui onore.
Esempio: scrivere su un gruppo Facebook che un collega “è un ladro” senza prove equivale a diffamazione.
Non è invece diffamazione una critica espressa in modo civile e circostanziato, rientrante nel diritto di cronaca o di opinione.
Tipologie di diffamazione
La diffamazione può assumere varie forme:
- Diffamazione verbale: avviene in presenza di più persone, quando l’offesa viene pronunciata ad alta voce.
- Diffamazione scritta o online: riguarda messaggi, email, articoli di giornale, post e commenti sui social. È la più comune oggi.
- Diffamazione aggravata: se l’offesa è commessa con un mezzo di pubblicità (giornali, TV, internet), la pena aumenta.
- Diffamazione sul lavoro: avviene quando un dipendente o un datore di lavoro danneggiano la reputazione reciproca davanti a colleghi o terzi.
Come fare una denuncia per diffamazione
La diffamazione è un reato a querela di parte. Significa che la vittima deve presentare una querela entro 3 mesi dall’offesa (in alcuni casi gravi il termine è di 6 mesi).
A chi rivolgersi
- Carabinieri o Polizia: puoi recarti in caserma e raccontare i fatti.
- Procura della Repubblica: è possibile depositare una querela direttamente.
- Avvocato: utile per redigere l’atto in modo completo e allegare prove.
Documenti e prove da portare
- screenshot di post o commenti diffamatori,
- email, messaggi WhatsApp o chat,
- eventuali testimoni presenti,
- copia di articoli o recensioni online.
❗ Senza prove la denuncia è molto debole. Non basta dire “mi ha diffamato”, bisogna dimostrarlo con elementi concreti.
Denuncia per diffamazione sui social
La maggior parte dei casi oggi nasce da Facebook, Instagram, TikTok o forum online.
Scrivere un commento offensivo, pubblicare un video denigratorio o diffondere false accuse su un gruppo pubblico può integrare pienamente il reato.
Un esempio molto discusso riguarda i casi di insegnanti denunciati dai genitori per diffamazione (o viceversa) a causa di post polemici sui social. La giurisprudenza riconosce che anche un singolo post, se pubblico, equivale a un “mezzo di pubblicità” e quindi configura la diffamazione aggravata.
Quanto costa una denuncia per diffamazione
Presentare una querela ai Carabinieri non ha costi. Tuttavia, se ci si rivolge a un avvocato per redigere l’atto o seguire il processo, ci saranno spese legali.
I costi possono variare:
- qualche centinaio di euro per l’assistenza iniziale,
- diverse migliaia in caso di processo complesso con costituzione di parte civile per il risarcimento.
Dopo quanto arriva una denuncia per diffamazione
I tempi dipendono molto dalla Procura. Una volta presentata la querela:
- il fascicolo viene assegnato a un Pubblico Ministero,
- partono le indagini preliminari,
- se ci sono prove, viene notificato l’avviso di garanzia all’indagato.
Questo può avvenire in poche settimane o in diversi mesi, a seconda del carico del tribunale.
Cosa comporta una denuncia per diffamazione: le conseguenze
Le conseguenze possono essere serie.
L’art. 595 c.p. prevede:
- diffamazione semplice: multa fino a 1032 euro o reclusione fino a 1 anno;
- diffamazione aggravata da mezzo di pubblicità: reclusione da 6 mesi a 3 anni e multa fino a 2065 euro;
- possibilità di risarcimento danni alla persona offesa (spesso molto più pesante della pena penale).
Come difendersi da una denuncia per diffamazione
Chi riceve una denuncia può difendersi dimostrando che:
- l’offesa non è mai stata pronunciata (assenza di prove),
- quanto detto rientra nel diritto di critica o cronaca,
- non era rivolta a ledere la reputazione ma a esprimere un’opinione legittima,
- non era diffamazione ma, semmai, ingiuria (oggi depenalizzata).
Un esempio frequente è la contro-denuncia per calunnia, se la querela per diffamazione è infondata o presentata solo per danneggiare qualcuno.
Denuncia cautelativa per diffamazione
Alcuni parlano di “denuncia cautelativa”, cioè una querela presentata per tutelarsi in anticipo, anche se non ci sono ancora procedimenti avviati. Serve soprattutto per mettere a verbale un fatto e cristallizzare prove di offese già ricevute.
Denuncia contro ignoti per diffamazione
Capita spesso che non si conosca l’autore delle offese (es. profili fake su Facebook). In questi casi è possibile presentare una denuncia contro ignoti: sarà la Polizia Postale a risalire all’IP e all’identità dell’autore.
Denuncia per diffamazione e calunnia: le differenze
- Diffamazione: offendere la reputazione di una persona davanti ad altri.
- Calunnia: accusare falsamente qualcuno di un reato, sapendo che è innocente.
La calunnia è molto più grave e prevede la reclusione da 2 a 6 anni. Spesso i due reati vengono confusi, ma hanno effetti diversi.
Tempi e prescrizione della diffamazione
La prescrizione per la diffamazione è di 6 anni, cioè trascorso questo periodo senza sentenza definitiva il reato si estingue.
Tuttavia, la querela deve essere presentata entro 3 mesi dall’offesa (6 in alcuni casi specifici). Dopo questo termine, non è più possibile agire.
Denuncia per diffamazione: casi frequenti
- Sul lavoro: colleghi che diffondono false voci su un dipendente o datori di lavoro accusati pubblicamente.
- A scuola: genitori che offendono insegnanti (o viceversa) su chat e social.
- Sui social: insulti pubblici su Facebook, recensioni denigratorie senza fondamento, video offensivi su Instagram o TikTok.
- Via mail: messaggi diffamatori inviati a più destinatari.
Domande frequenti (FAQ)
Denuncia per diffamazione senza prove: è possibile?
Sì, ma senza prove è molto difficile che vada avanti. Servono screenshot, testimoni o documenti.
Dopo quanto arriva una denuncia per diffamazione?
Dipende dal tribunale: in media da qualche settimana a diversi mesi.
Cosa si rischia con una denuncia per diffamazione?
Pena pecuniaria, reclusione nei casi gravi e risarcimento civile.
Quanto costa una denuncia per diffamazione?
La presentazione è gratuita, ma ci sono spese legali se ci si affida a un avvocato.
È possibile fare una contro-denuncia?
Sì, se si ritiene che la querela sia falsa o calunniosa.
In poche parole
La denuncia per diffamazione è uno strumento potente, ma va usato con consapevolezza. Non basta sentirsi offesi: servono prove e una valutazione attenta del caso.
Al tempo stesso, chi riceve una denuncia deve sapere che esistono strumenti di difesa, dal diritto di critica alla contro-denuncia per calunnia.
Conoscere le regole e i tempi permette di muoversi senza paura in un terreno spesso confuso, dove il confine tra opinione e reato può essere sottile.