Cos’è una querela e quando può essere presentata
La querela è l’atto con cui la persona offesa da un reato chiede formalmente alle autorità che venga punito il presunto responsabile.
Per molti reati – solitamente quelli meno gravi – la querela è una condizione di procedibilità, cioè un requisito necessario affinché il procedimento penale possa avviarsi.
Il termine per proporre querela è, di regola, tre mesi da quando la persona offesa ha avuto conoscenza del fatto. Si tratta di tre mesi “a calendario”, e non di 90 giorni esatti: la scadenza cade nello stesso giorno del mese finale.
Cosa succede dopo la presentazione della querela
Quando viene depositata, la querela viene trasmessa alla Procura della Repubblica competente.
Il Pubblico Ministero iscrive la notizia di reato e, se ci sono elementi sufficienti, il nome della persona a cui il reato è attribuito. A questo punto prendono avvio le indagini preliminari: vengono raccolte prove, ascoltati testimoni, disposti accertamenti.
Durante questa fase, è importante chiarirlo, la querela non viene notificata all’indagato. Non esiste una lettera che “arriva a casa” per informare della sua presentazione. L’indagato, di norma, non viene avvisato subito dell’esistenza del procedimento.
Dopo quanto tempo arriva una querela a casa?
La risposta corretta è semplice: la querela non arriva a casa.
Non è un atto che viene recapitato come una comunicazione ufficiale. La querela resta negli atti del fascicolo processuale e diventa conoscibile solo quando gli atti sono accessibili alla difesa.
Quello che invece può arrivare a domicilio, in determinati momenti del procedimento, sono altri atti processuali, come ad esempio:
- l’avviso di conclusione delle indagini preliminari (art. 415-bis c.p.p.);
- l’invito a eleggere domicilio o altri provvedimenti notificati durante le indagini;
- eventuali decreti che impongono perquisizioni o sequestri.
È in quelle occasioni che l’indagato viene formalmente a conoscenza dell’indagine a suo carico, e potrà anche leggere la querela.
Quanto durano le indagini preliminari
Per capire i tempi effettivi, occorre guardare alla durata delle indagini:
- Un anno: termine ordinario per la conclusione delle indagini preliminari;
- 18 mesi: se si procede per delitti;
- Un anno: per le contravvenzioni (i reati meno gravi);
- Fino a 2 anni: per alcuni reati particolarmente gravi, come rapina aggravata, estorsione o associazione mafiosa.
Il Pubblico Ministero può chiedere proroghe, e nella pratica i tempi non sempre rispettano rigidamente questi limiti. Ciò che conta, però, è che fino alla conclusione delle indagini non è possibile leggere la querela.
Come sapere se sei stato querelato: l’istanza ex art. 335 c.p.p.
Se una persona teme di essere stata querelata, esiste un modo per verificare l’esistenza di un procedimento a suo carico: la cosiddetta istanza ex art. 335 c.p.p..
Presentandola alla Procura competente, è possibile chiedere se il proprio nome risulti iscritto nel registro delle notizie di reato. La risposta fornisce informazioni come:
- l’eventuale iscrizione del nominativo;
- il reato ipotizzato;
- il numero di procedimento;
- il magistrato titolare del fascicolo.
Le Procure in genere evadono la richiesta in circa 10–15 giorni, salvo i casi in cui sussista il segreto investigativo. In quest’ultima ipotesi, la comunicazione può essere negata o rimandata.
Cosa può effettivamente arrivare a casa
Come detto, la querela non viene recapitata. Quello che può arrivare sono atti diversi:
Avviso di conclusione delle indagini (art. 415-bis c.p.p.)
Quando le indagini sono ritenute concluse, il Pubblico Ministero notifica all’indagato l’avviso di chiusura. Da quel momento la difesa può accedere a tutto il fascicolo, inclusa la querela.
Altri atti del procedimento
In alcuni casi, prima del 415-bis, l’indagato può ricevere altri atti (come l’invito a eleggere domicilio). Anche in questo caso, però, non è la querela ad arrivare, ma comunicazioni diverse collegate al procedimento.
Domande frequenti
Dopo quanto tempo posso leggere la querela?
Quando gli atti diventano accessibili, cioè in genere alla chiusura delle indagini con la notifica del 415-bis c.p.p.
Esiste un termine preciso entro cui la querela viene notificata?
No. La querela non si notifica: i termini rilevanti riguardano la durata delle indagini preliminari.
Come faccio a sapere se sono stato querelato?
Con l’istanza ex art. 335 c.p.p., presentata in Procura. La risposta può richiedere circa due settimane, salvo segreto investigativo.
Entro quanto tempo si può fare querela?
Il termine ordinario è di tre mesi dal giorno in cui la persona offesa ha avuto conoscenza del fatto che costituisce reato.
In sintesi
La convinzione che la querela “arrivi a casa” è un equivoco. Dopo la presentazione, la querela resta negli atti e non viene notificata all’indagato. La persona che teme di essere querelata può verificarlo solo tramite istanza ex art. 335 c.p.p. oppure attendendo la notifica di atti del procedimento, come l’avviso di conclusione delle indagini.
I tempi da tenere a mente sono quelli delle indagini preliminari: in via ordinaria un anno, con estensioni fino a 18 mesi o 2 anni a seconda della gravità del reato. Solo al termine di questa fase sarà possibile leggere la querela.